IMOLA 2013: CROLLA IL MURO By MARIO ZACCHERINI

Venerdi 14 dicembre 2012 verrà ricordato negli anni come la data che ha visto crollare un ultimo, invisibile, muro che divideva, politicamente parlando, l’era ideologica dalla modernità.

La rinuncia alle Primarie, da parte dell’attuale Onorevole Massimo Marchignoli, pone fine all’epoca delle nomine politiche a favore delle scelte condivise con la base, con la società, con i cittadini.

E’ veramente un passaggio epocale che trova spiegazione non solo nell’approccio diverso del Pd di fronte alle esigenze della società, ma anche la presa d’atto del fallimento politico dell’ultima dirigenza politica del Partito Democratico imolese.

I due elementi hanno portato all’inevitabile gesto di Marchignoli che, forse lasciato solo da tutti coloro, e sono tanti, che hanno condiviso le sue scelte ed i suoi comportamenti, con coraggio ed estrema coerenza politica ha deciso di rinunciare alla corsa per Roma, lasciando, per la prima volta a pochi mesi dalle elezioni nell’incertezza totale gli eredi del vecchio Pci. Chi non è di Imola fatica a leggere questi avvenimenti, ma, per fare un esempio, la tradizione, consolidata da anni di elezioni, vedeva,nei percorsi programmati dal partito, il Sindaco di Imola diventare Onorevole per due mandati per poi lasciare la poltrona al Sindaco che l’aveva sostituito.

La scelta non deve sorprendere più di tanto perché, l’attuale Onorevole può piacere o non piacere, ma sicuramente non è persona che gioca a nascondino, anzi, anche davanti a scelte “così così” come quella di essere il primo firmatario della famigerata “Proposta Sposetti” (condivisa da tutti i notabili del Pd imolese……un pò meno dalla base……per nulla dai cittadini) non si è mai nascosto dietro ad inutili giochi di parole rivendicando la bontà della scelta ed assumendone la responsabilità. Con lui, sia detto, anche tutti i vertici del Pd locale.

Il modello Marchignoli si chiude con un partito che negli ultimi anni ha perso molto consenso, il controllo di un comune e molti “mal di pancia” sul territorio causati da una politica approssimativa e lontana dal sentire della società civile. Perdita di voti, perdita di peso specifico all’interno del partito dopo le primarie, nascita di Comitati, manifestazioni di protesta mai organizzate nei decenni passati rappresentano la cifra di un lento declino suo e del partito.

Leggendo i quotidiani sembra quasi che l’ex sindaco sia l’emblema degli ultimi insuccessi dell’ormai ex partitone, quando, in realtà, tra tanti cittadini sta montando il pensiero che molto probabilmente, la vera causa dei vari tracolli, sia imputabile ai vertici locali che, non avendo il polso della situazione, non sono mai stati in grado di informare ed anticipare dei pericoli montanti il politico.

Deve essere chiaro a tutti che, quando si parla di Marchignoli, non si parla di un uomo solo al comando che spiazza tutti con decisioni improvvise, ma di un uomo che ha condiviso i suoi successi con una cerchia ben identificabile di politici. Non a caso è caduto un muro, non l’uomo Marchignoli.

In effetti questa chiave di lettura trova conforto nel recente passato: su tanti temi spinosi come i costi della politica, le scelte fatte a Castel del Rio, la citata Proposta Sposetti, la nascita del Governo Monti, le tematiche sindacali ecc, Marchignoli ha sempre potuto contare sull’appoggio totale della sua squadra di fedelissimi, ma senza avere il giusto supporto informativo sul sentire il parere delle persone “normali”.

Montroni, Pariani, Manca, Tarozzi, Castellari e Taraborrelli sono stati in prima fila nel difendere sempre e comunque il rappresentante del Pd in Parlamento, ma la loro lealtà nei confronti del capo probabilmente rappresenta la radice e la causa della sconfitta.

Questa strenua difesa, che fa onore ai citati politici, ha probabilmente fatto pensare a Marchignoli che la situazione fosse totalmente sotto controllo e che il suo messaggio, ed azione, politico avesse riscontri positivi sul territorio.

Il pensiero del Marchignoli, lasciato solo negli ultimi anni e, da quel che si dice, quasi abbandonato da coloro che tanto gli devono se ora sono professionisti della politica, porta ad un’amara conclusione: “silurare” l’attuale onorevole molto probabilmente non servirà a migliorare le cose ad Imola, se non si avrà anche il coraggio di mettere in condizione di non fare ulteriori danni tutti coloro che hanno condiviso azioni, pensieri e politica dell’esponente dalemiano.

Lo stesso coraggio mostrato dall’ex amministratore, anche solo per coerenza, dovrebbe fare sfoggio sul petto di tutti coloro che, per anni, l’hanno cullato di belle parole facendogli perdere gradualmente in contatto con la realtà.

Con Marchignoli cade un muro, ma per arrivare ad un vero cambiamento positivo occorre rimuovere anche le fondamenta.

Questa è la vera scommessa che attende Imola.

Mario Zaccherini

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  1. Almeida says:

    Più che un muro, forse un tramezzo.

    Marchignoli è stato sacrificato perchè sapevano che con lui in campo, il sistema dei reggenti alle Primarie avrebbe corso grossi rischi di fare una figuraccia.

    Ma la logica è cambiata? Io sui giornali non leggo che ci prepariamo ad una sana competizione in cui i vari candidati si confrontano e accettano il giudizio libero degli elettori. Io leggo che tutti sono in attesa che “chi dà le carte” decida chi deve essere il candidato (a questo punto”presentabile”, magari un po’ civico ma non troppo), che poi tutto il Partito appoggerà compatto.
    Finchè la logica delle candidature sarà “il partito me lo ha chiesto”, i muri ancora da abbattere saranno tanti.

    Comunque Marchignoli si merita l’onore delle armi: nonostante tutti gli errori fatti, alla fine anche questa volta si è dimostrato uno dei più seri. Molto più intellettualmente onesto e corenete di quelli che gli stanno attorno e lo vogliono sostituire.

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