CIVATI PENSIERO IMOLESE
admin | Oct 13, 2013 | Comments 4
Bozza di riforma della politica locale
…Premessa…
Abbiamo bisogno di un partito democratico, plurale quindi rappresentativo e con capacità progettuale. A parole ce lo siamo detti troppe volte, nei fatti ci siamo smentiti con alta frequenza.
Per intenderci faccio alcuni esempi.
Alle ultime primarie per la premiership tutti i sindaci del Circondario si sono schierati per Bersani in maniera muscolare, nei GD non vi è stata nessuna voce fuori da coro, poi al voto Renzi ha raccolto il 40%. Riteniamo che questo debba essere un motivo di riflessione e senz’altro non depone a favore della rappresentatività plurale nel Partito.
Non c’era nessuno che ritenesse Renzi il candidato migliore?
Agli ultimi referenda il partito ha traccheggiato, solo pochi hanno preso l’iniziativa e raccolto le firme. I più hanno avuto un atteggiamento scettico pensando che tanto il quorum non sarebbe stato raggiunto. Una valanga di persone si sono invece recate a votare per esprimersi.
Abbiamo rappresentato il sentimento della comunità?
Se alle ultime politiche i giovani, gli operai e le classi più deboli non ci hanno scelto, come partito di riferimento, dobbiamo preoccuparci perché così abbiamo fallito la nostra missione.
Se nelle competizioni interne usiamo l’apparato, le posizioni di potere e i comportamenti scorretti per difendere il solito recinto fatto di persone fedeli ed allineate, anche se giovani anagraficamente, uccidiamo la democrazia interna ed il risultato è quello di far scorrere un sangue sempre più pesante in termini di dinamismo e idee innovative nel Partito.
Se i Circoli servono agli eletti per controllare e indirizzare il proprio consenso allora vi è un ribaltamento delle funzioni e della democrazia perché dovrebbero essere quelli con la partecipazione degli iscritti e non a controllare l’operato degli eletti.
Le segreterie tutte (di circolo, comunali, di federazione, nazionali) devono essere il motore dell’innovazione del pensiero politico, indicando la linea ideale agli amministratori. Ma la politica e lo Stato-amministrazioni devono mantenere ciascuno la propria rispettosa autonomia. Il profilo della politica deve essere bello e chiaro.
Come fare per uscirne? Rompere gli schemi, percorrere nuove strade. Ci si riuscirà? È possibile; l’unica certezza è che con i vecchi sistemi e le solite persone che non vogliono confrontarsi si implode.
Dobbiamo ripensare il Partito partendo dal basso e il prossimo congresso sarà un’importantissima occasione per cambiare veramente il Pd, dargli le ali per volare. Sarebbe irresponsabile non farlo.
“Partire dal basso” significa che le future direzioni ed il futuro segretario saranno persone che si sono confrontate con iscritti e non, hanno dimostrato di saper ascoltare chi li elegge e sempre sapranno fare sintesi con idee e proposte che vengono dalla base.
… Bozza di proposte ….
Si dovrà saper riformare i Circoli, la Direzione, la figura del Segretario. Ecco qualche proposta, da discutere insieme.
I circoli siano non il megafono del pensiero che viene dall’alto ma un luogo di ascolto, di studio, di formazione, di creazione di idee e di cerniera con la società, un luogo che interroga i militanti non solo per come fare i tortellini ma per esempio per sapere cosa ne pensano degli F35, delle riforme costituzionali e dei grandi temi che l’unico vero partito democratico d’Italia deve saper affrontare. Perchè non utilizzare almeno due/tre volte l’anno lo strumento del referendum tra gli iscritti? Anche per le questioni locali.
Il circolo deve dare ospitalità ad associazioni, organizzare eventi culturali, organizzare piccoli corsi di utilità per la comunità prossima. Queste ed altre iniziative potrebbero aiutare ad avvicinare nuove persone anche giovani. Altro compito fondamentale per la credibilità dell’elaborazione politica del Circolo , dovrà essere quella di far pervenire per iscritto, all’attenzione della Segreteria di federazione, riflessioni e proposte.
Forum territoriali-Circoli. Partecipazione ai Forum di almeno un componente del direttivo di circolo che verificherà che le risposte dell’amministrazione siano per tempi modi corrette.
Occorre dare un contributo al Segretario della Federazione anche con la partecipazione al suo staff ristretto.
Segretario di federazione.
In situazione di normalità l’incarico di Segretario dovrebbe essere ricoperto da una persona dotata di queste caratteristiche: credibilità, competenza, coerenza, concretezza, capacità progettuale prospettica. In una situazione come l’attuale, nella quale le personalità più sensibili alle tematiche sociali e politiche si sono allontanate dalla politica dobbiamo gestire un’emergenza e quindi porre rimedio alle discrepanze più importanti. La caratteristica principale del segretario dovrà essere quella della non funzionalità al mantenimento dei centri di potere che si sono creati, dovrà quindi favorire le condizioni ottimali per liberare finalmente le migliori energie.
Il Segretario di Federazione deve essere individuato fuori dalle solite logiche, senza le sponsorizzazioni dei sindaci o di altri notabili. Dovrà rivestire la carica anche non a tempo pieno e nella massima trasparenza; se ha un lavoro proprio è preferibile, non è ricattabile anche solo psicologicamente. Ricordiamo che la politica va vissuta come servizio alla comunità ed è per definizione a tempo determinato. La Federazione dovrà essere ben organizzata e dare un supporto organizzativo impeccabile, le persone sono assunte a tempo indeterminato e non hanno una funzione politica.
Lo staff politico del Segretario leggero, nominato e composto da circa dieci persone con ampie deleghe, anche di “rappresentanza”, nominati a rotazione.
Nelle dieci persone andrebbero compresi almeno tre segretari di circolo e rappresentanti delle categorie economiche. Rotativo nel senso che almeno la metà dei componenti vanno rinnovati ogni sei mesi. Questo assetto renderà più dinamica, competitiva e partecipativa la segreteria politica. La renderà libera di esprimersi avendo anche il forte supporto dei Circoli e permetterà ai nuovi talenti di emergere.
Fra i temi di cui dovrà occuparsi obbligatoriamente e periodicamente la segreteria, saranno le proposte e le riflessioni provenienti dai circoli precedentemente registrate e “protocollate”.
La Direzione dovrà verbalizzare sempre le proprie sedute anche in modo molto sintetico. Il riassunto di seduta oltre all’ordine del giorno conterrà le decisioni assunte per votazione e le richieste dei documenti messi a verbale dai componenti.
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In tutta onestà, l’intervento riportato, sorprende per la sua semplicità, l’effetto buonsenso presente in tutte le proposte e l’assoluta assenza di richieste di poltrone, cosa inusuale per la sfera politica.
La proposta della democrazia dal basso, l’idea dei Circoli come orecchie di ascolto/proposta e la figura, se possibile, di un Segretario con una professionalità propria sono, almeno per Imola rivoluzionarie.
Perà manca qualche cosa: in un congresso territoriale, oltre all’idea della forma partito, deve emergere un pensiero sull’amministrazione della città.
Se è vero che, il più possibile, partito ed amministrazione devono viaggare separati credo che gli elettori abbiano il diritto di sapere che idea hanno i candidati del lavoro di Manca.
Ovviamente con Raccagna la risposta è immediate, mentre per Mega e i Civatiani sarebbe interessante, alla luce degli ultimi avvenimenti, conoscere la loro posizione.
Vendita Vassura-Baroncini, scandalo Psc, scandalo nomine, le promesse non mantenute sull’aumento delle tasse ecc ecc.
Su questi argomenti, molto vicini ai cittadini, avete una posizione espressione di democrazia dal basso oppure volete solo parlare della “chimica interna al partito”?
Ultima cosa: tantissimi imolesi un anno fa avrebbero votato Renzi perché visto come elemento di rottura nei confronti del vecchio sistema di potere.
Oggi tutto il vecchio sistema di potere è diventato fan di Renzi: per Voi conta la maglietta indossata o i valori/idee?
Grazie
Mario Zaccherini
Commento a titolo personale.
Per il momento sono ancora nella Segreteria del Pd di Imola e penso di avere dei doveri anche nel modo di esprimere giudizi sugli amministratori soprattutto se del proprio partito. All’interno del Partito quando vi e’ stata l’occasione, ho espresso senza mezzi termini quello che pensavo. Sempre. Quindi per i quesiti sollevati me la posso cavare in questo modo.
Penso di non avere una conoscenza approfondita su tutto, ci sono anche degli esposti alla procura in corso quindi vedremo. Se Manca aveva promesso davvero di non aumentare l’addizionale allora ha sbagliato. In ogni caso penso che le situazioni cambiano ed il problema principale sta’ soprattutto nel come si spendono i soldi e quindi nella ricerca del miglior equilibrio tra le entrate e le uscite; un aumento dell’addizionale se le risorse ottenute sono correttamente indirizzate possono ottenere anche un effetto redistributivo.
Per quanto attiene le nomine, siccome i criteri enunciati gli erano stati richiesti nella Direzione che lo lanciava al secondo mandato da un documento firmato anche da me. Posso dire che ha tradito le promesse. Consiglio a Manca di prendere esempio dal sindaco di Roma.
Dino Pietro Tonelli
Equilibrato come sempre l’amico Dino Pietro Tonelli.
Anch’io, da non iscritto Pd, mi permetto di suggerire a Manca di prendere esempio dal Sindaco di Roma.
Grazie per l’intervento.
Mario Zaccherini
Seguo con attenzione la proposta politica di Civati (come e quando posso) e ne condivido lo spirito di schiettezza e, in particolar modo, l’indicazione della linea veramente democratica per quanto riguarda l’individuazione della linea del partito (troppo spesso i nostri rappresentanti dimenticano di essere, per l’appunto, rappresentanti) e lo spirito di partecipazione che deve essere ben vivo negli iscritti e nei simpatizzanti.
Conosco poi Dino dal tempo in cui lavoravamo insieme e non posso aver dubbi sulla sua onestà di fondo, il suo bisogno di chiarezza e coerenza. Mi fa piacere, molto, riscontrare che gli anni passano, le cose cambiano, ma certe persone no.
Temo tuttavia di dover affermare che per quanto riguarda il sindaco Manca l’abissale differenza tra la promessa (non solo elettorale) e il mantenerla intercorra una notevole differenza.
Se è vero che le cose cambiano quindi le previsioni di spesa possono mutare (se avesse anche solo interpellato me, semplice cittadino, gli avrei suggerito prudenza nella definizione dell’equilibrio tra entrate e spesa considerato il brutto periodo in cui stiamo vivendo) è vero che, al contrario, certe scelte non mutano: ricordo molto bene, e spero di non essere il solo, le promesse elettorali di Manca (e del Segretario Castellari)per quanto riguarda la diminuzione del rumore proveniente dall’autodromo Enzo e Dino Ferrari. Entrambi si espressero utilizzando le medesime parole: “Noi siamo per la diminuzione del rumore!” Delibere di giornate in deroga a raffica oltre a innumerevoli giornate di utilizzo commerciale della pista ne certificano la mancanza di coerenza con quanto promesso.
Personalmente, quando una persona mi mente anche una sola volta, perdo la fiducia in quanto fa e dice. Oltre ovviamente alla stima nella persona stessa: per quello che può valere,
mauro magnani