PRIMAVERA DEMOCRATICA ANCHE A IMOLA?

Dopo aver umiliato non tanto la mia persona ed i miei amici, ma la Democrazia, durante l’ultima Direzione del Partito Democratico, ad Imola sono accadute cose che mi/ci hanno rallegrato moltissimo.

Sono arrivati molti messaggi e telefonate di solidarietà da Imola e non solo. Infatti abbiamo ricevuto una mail che ci ha profondamente emozionato perchè significa che non siamo soli; inascoltati ed offesi da una parte dei nostri professionisti della politica, ma guardati con simpatia, a volte con dolcezza, dalle persone normali, dai lavoratori, dai giovani ed anche dagli ultimi. Già gli ultimi, perchè i non professionisti della politica, come noi, si sforzano in continuazione di guardare il modo seguendo le indicazioni illuminanti di Bersani.

Prima della lettera citata è doveroso fare la fotografia sulla discussione interna al Partito Democratico di Imola, perchè, come stiamo dicendo da più di un anno, la situazione sta scricchiolando sempre più dopo gli interventi bomba rilasciati alla stampa da parte dell’ex sottosegretario Bruno Solaroli al Resto del Carlino “Pd incapace di leggere i cambiamenti”  www.ilrestodelcarlino.it/imola/cronaca/2011/06/01/516310-grande_vecchio_bacchetta_incapace_leggere_cambiamenti.shtml

e quello ancora più rumoroso di Vittorio Feliciani pubblicato sull’Informazione il Domani edizione di Imola, a cura di Massimo Mongardi, “richiamo alla moralità della vita politica”  che pubblichiamo integralmente.

Dopo il ribaltone di Castel del Rio fermenti anche nell’ala cattolica del Pd

L’appello di Vittorio Feliciani: «Fondamentale lo stile di chi governa»

Anche il mondo cattolico del Pd, oltre alla sinistra del partito, è in fermento. Il “padre nobile” dell’area Vittorio Feliciani, che aveva chiesto in tempi non sospetti le primarie a Castel del Rio, sottolinea che «è giunto il momento di cambiare metodo. Se qualcuno vuole fare affari, li faccia ma lontano dalla politica. Ad esempio, sull’autodromo si sono verificati intrecci poco chiari, in particolare nel recente passato, e la gente non ci ha capito».

Dunque, che fare? «Ricordiamoci che lo stile di chi ha responsabilità di governo è fondamentale – ribadisce Feliciani -. I grandi sindaci di Imola come Veraldo Vespignani, Amedeo Ruggi ed Enrico Gualandi avevano uno stile sobrio e serio. Daniele Manca, che stimo molto ed è il mio sindaco, rimanga fuori dal mondo degli affari e dia il buon esempio perché è questo che la gente vuole vedere da chi fa politica».

(m. m.)

Come vedete i focolai ad Imola aumentano, il vento democratico comincia a soffiare impetuoso, sperare che la vecchia classe politica lo comprenda è difficile, molto probabile che nel breve-medio periodo sia costretta a subirlo.

Ma veniamo alla mail che ci ha profondamente colpito.

Scrive Silvana Angelitti:

Non mi meraviglio delle problematiche che incontrate ad Imola; sono stata una vecchia compagna dell’allora PCI che ora, non vi sto ad elencare tutti i motivi che mi hanno spinto ad uscirne. Uno però voglio affrontarlo, l’atteggiamento troppo burocratizzato del PD e del sindacato CGIL ha portato e conduce ancora all’immobilismo e all’incapacità di perseguire veramente i valori democratici di cui un partito attuale si dovrebbe fare carico. Troppo tempo impiega a rinnovare le proprie file e troppo spesso riutilizza “fantocci” spesso anche bruciati. L’Italia democratica è stanca di tutto ciò e lo ha dimostrato in queste ultime elezioni;  solo dal confronto reale delle forze democratiche si può arrivare ad una politica coerente e per tutti. Mi auspico che il vostro Partito abbia la forza di correggere questi “antichi” vizi di fondo e trovi una strada coerente, univoca per la gestione di un Partito che si voglia definire moderno. Faccio i miei migliori auguri a Zaccherini ed ai suoi che invece si adoperano veramente per la democrazia.

Silvana Angelitti

Cara Silvana le tue parole ci confortano e danno ulteriore linfa alla nostra voglia di trasformare democraticamente il Partito Democratico di Imola. Colpisce la tua sensibilità nell’esporre la situazione e la capacità di leggere e comprendere con chiarezza ed efficacia il contesto. Grazie, grazie ancora.

Ps

Silvana Angelitti non è una personaggio partorito dalla mia/nostra fantasia, ma un’artista impegnata che vive la Vita dentro la Vita. Rimanendo sul tema della democrazia concludiamo pubblicando con un’opera dell’artista seguita da una breve scheda descrittiva.

Titolo dell’opera: “Attenzione fragile

Autrice: Silvana Angelitti

Tecnica: Acrilico su tela

Dimensioni: 100×100

Anno: 2009

Breve scheda descrittiva:

Il dipinto prende voce ed espressività da alcuni passi significativi ripresi dai discorsi di Bruno Buozzi.

La pittrice usa la parola scritta sia come elemento estetico – formale che verbale per rafforzare i messaggi che in una società moderna devono essere sempre più diretti ed immediati per essere incisivi.

Questa opera esalta, in senso monumentale, una figura di elevato valore morale, pertanto molto importante in questo momento storico come esempio di lotta sociale.

I colori caldi delle gamme dei rossi simboleggiano il viscerale calore dell’energia che ha accompagnato l’impegno politico di Bruno Buozzi.

Le sue idee progressiste e democratiche escono da lacerazioni come saette e veloci superano ogni ostacolo e barriera del tempo.

Il titolo dell’opera trae spunto da un concetto che ricorreva più volte nel discorso che Bruno Buozzi tenne al V Congresso Nazionale della FIOM di cui era il Segretario, nei giorni in cui stava per concludersi la Prima Guerra Mondiale: “Che non c’è democrazia dove non c’è volontà comune di procedere organizzati e solidali al raggiungimento di un fine”, “Democrazia, significa disciplina.”

I passi riportati nell’opera sono:

Democrazia, significa disciplina.”

Alla teoria che l’organizzazione e l’organizzatore debbono sempre seguire la massa, anche se disorganizzata. Tale teoria rende inutile l’organizzazione. Serve a formare dei ribelli di un’ora ma non mai delle coscienze rivoluzionarie. A organizzare improvvisamente delle migliaia di operai, facili da condurre al macello, ma che se ne andranno immediatamente non appena finita l’agitazione per la quale si sono associati. La coscienza delle masse si sviluppa e si dimostra con l’opera paziente, illuminata e disciplinata, la quale sola, attraverso anche a qualche rinuncia – che è spesso segno di forza – sa conquistare e conservare per prepararsi ad altre conquiste”.

“L’occupazione delle fabbriche nell’autunno del 1920 aveva fatto riflettere molta gente e fatto sentire, più che mai, la necessità di uscire dal nullismo in cui l’antifascismo era impegolato. La partecipazione – confermò – sarebbe stata il risultato dell’azione diretta ed avrebbe probabilmente sconvolto le correnti, cosiddette rivoluzionarie, che si baloccavano ad attendere una rivoluzione totalitaria che non veniva mai. E quella che fu l’ora del fascismo poteva essere con una buona dose di audacia l’ora del socialismo“.

Tutte le nostre conversazioni partendo dal presupposto comune dell’assoluta necessità dell’unità sindacale nazionale ed internazionale, e dall’esigenza imperiosa dell’unità d’azione fra i due partiti, comunista e socialista – quale base fondamentale per l’unità della classe operaia – rafforzavano continuamente il nostro accordo sulle questioni di maggior interesse relative alla riorganizzazione del movimento operaio italiano ed alla ricostruzione democratica dell’Italia“.

www.angelittisilvana.it

email: angelitti@libero.it

Mario Zaccherini

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