DA BOLOGNA OTTIMISMO A PIENE MANI PER IL PD By MARIO ZACCHERINI

Le elezioni politiche 2013 per gli amici del Pd sono state una mezzo Caporetto, sia da un punto di vista politico che da un punto di vista matematico, se ci limitiamo alla semplice analisi numerica del consenso.

Gli anni passano, ma la percezione che nei momenti di grande cambiamento il Pd, o chi per lui, arrivi sempre secondo si è trasformata in certezza. Prima la Dc, poi Berlusconi, ora il M5S, insomma nei momenti di cambiamento gli italiani trovano sempre un’alternativa all’offerta politica del Partito Democratico.

Le motivazioni non sono un mistero della politica, ma la constatazione che il Pd, pur vivendo il terzo millennio, si muove ancora all’interno delle logiche del secondo millennio. Sentire D’Alema che superficialmente propone delle “poltrone” al M5S (pur di inciuciare, come ha fatto per 20 anni con il Silvio nazionale) fa tenerezza perché dimostra come i nostri “cervelli” migliori (?) vivano nel loro palazzo lontanissimi dal sentire comune.

Quindi il Partito Democratico è morto? Non del tutto perché qualche anticorpo è ancora attivo. Primarie di coalizione (avete notato che la Milano di Pisapia vota a sinistra, gratificando moltissimo il Pd?), Primarie per eleggere il leader (qui l’anticorpo è azzoppato, ma se diventeranno completamente democratiche saranno la risorsa decisiva per la rinascita del Pd e con essa di un’alternativa culturale, prima ancora che politica), zone affrancate dalla vecchia politica che da almeno un paio di anni si sono aperte completamente alla società (Bologna su tutte).

Il Pd di Bologna sembra un Pd “riformato” dalle vecchie logiche che vedono il cittadino ultimo destinatario delle decisioni prese dal partito. Il percorso partecipativo bolognese è l’esatto contrario: democrazia dal basso, coinvolgimento dei cittadini nei percorsi formativi della politica, visone moderna del funzionariato, limiti di mandati e tanta, tanta, tanta umiltà.

Adesso che ci penso forse non sto parlando del Partito Democratico (scherzo).

Tutte queste cose non sono cadute dal cielo, ma si sono sviluppate grazie all’intelligenza politica del Segretario Provinciale Raffaele Donini, alle sue aperture verso i giovani, al sapere affrontare tematiche scottanti come quelle legate al funzionariato, alla grande capacità di ascolto ed anche, non guasta mai, al coraggio di andare contro corrente in anni dove il partito viveva una drammatica (fatemi esagerare un pò) dittatura dalemiana e la consapevolezza che il Pd può avere un futuro solo sposando tematiche europee, ovvero, come si diceva una volta, buttando il cappello oltre l’ostacolo.

Oltre a Raffaele Donini la primavera bolognese ha potuto contare sul grande cuore del giovane Marco Lombardo (non a caso esperto dell’unione Europea)

Instancabile organizzatore, sempre attento alle istanze che provengono dal basso è riuscito nella non facile impresa di coagulare atterno a lui un gruppo di giovani, ed anche meno giovani, che si impegnano in iniziative ed approfondimenti sulle tematiche politiche/sociali.

Qualche lettore, a questo punto, penserà di trovarsi di fronte all’ennesimo articolo pieno di parole, di buoni propositi, ma lontano, anzi lontanissimo dalla realtà…….non è così, ancora un paio di minuti e tutto risulterà più chiaro.

Come si misura la buona politica? In tanta maniere e, tra le tante, il consenso elettorale non è l’ultimo.

Il Pd, cominciamo dalle politiche del 2008, poteva contare sulla fiducia di circa 123ooo elettori (in termini percentuali vicinissimo al 50%). Era l’anno di Veltroni e delle tante speranze legate ad un partito che traesse la sua linfa all’interno della società moderna abbandonando le vecchie liturgie del caminetto. Nello spazio di un solo anno il partito (Europee 2009) raccoglie “solo” 91517 preferenze, precipitando al 40%. E non è finita. Alle Regionali 2010 “scompaiono” altri 20000 voti (71950 voti pari al 41%). I dati delle regionali vengomo confermati alle Comunali 2011 (72335 voti, sia pur com un ulteriore decremento in termini percentuali).

Un Partito Democratico in crisi di consenso, di identità e con un Movimento 5 Stella autentica spina nel fianco; eppure, proprio in questo momento di crisi, Donini lavora, selezione, crea un ambiente fecondo per una nuova relazione tra politica e società. Il Segretario attua la politica proposta dal Partito Democratico nello statuto e, troppo velocemente, dimenticata dalle pessime prassi di tantissime realtà locali. E non solo.

Tutto questo lavoro viene premiato alle elezioni politiche del 2013. Contro un dato nazionale che penalizza mediamente del 10% il partito di Bersani, Bologna è in netta controtendenza. Rispetto alle Comunali del 2011 recupera ben 20000 consensi, riportando il dato percentuale oltre il 40%.

Concludendo, i numeri ci presentano una presenza innovativa sul territorio che permette al Pd, in pochissimo tempo, di recuperare spazi nella società. Il caso Bologna dovrebbe essere il punto di partenza affinché nasca un nuovo contenitore, dotato di strumenti innovativi, capace di leggere i problemi della società e proporre soluzioni adeguate ai tempi.

Dobbiamo essere ottimisti? Guardando a Donini e Lombardo sicuramente si, Donini e Lombardo sono solo due….

Mario Zaccherini

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  1. Manzoni, nel suo scrive: e aggiungeva che .
    Speriamo che oggi non sia più così, ma….

  2. mi dispiace che il mio primo commento si sia frantumato. Ci riprovo: Il Manzoni scriveva che <>.
    Il senso comune è quello che mette Manca tra i buoni e bravi.

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