PRIMARIE PER I BIMBI BUONI

Primarie, parola quasi magica da evocare nei momenti di massima apertura verso la società, ma da cancellare appena i risultati non sono conformi alle aspettative del Partito o più in generale da chi intende la democrazia come un bene da concedere occasionalmente ai sudditi elettori.

Queste persone, e sono veramente tante, vedono nelle primarie una semplice procedura di avvallo di decisioni già prese nelle stanza del potere, oltre che a portare qualche euro nelle casse del partito in quanto le primarie, comunque, sono una forma di democrazia a pagamento (un paio di euro ce li possiamo permettere).

Insomma, primarie come abile mossa di marketing dove dai l’idea all’elettore di contare veramente, elettore che può dare un contributo di idee che nascono dal basso, nascono all’interno della società e vengono trasferite e mediate dalla politica. Bello, democratico e coinvolgente, un vero mix rivoluzionario per il mondo politico italiano.

Piace agli elettori e piace al partito a condizione che gli elettori “votino bene”. E quando gli elettori votano male? Prendiamo l’esempio clamoroso della Regione Puglia: come è possibile coniugare la posizione di un big del Partito Democratico, come Massimo D’Alema, con quella degli iscritti che assumono posizioni opposte? Questo ieri, ma domani se il Pd volesse candidare Casini leader del centro sinistra, come potrebbe coniugare i principi ed i valori degli elettori democratici, fino a poche settimane fa in perfetta sintonia con quelle del partito, con quelle del politico bolognese già collaboratore del Governo Craxi e dei Governi Berlusconi?

Il problema non è piccolo: se i bimbi sono buoni ed obbedienti il Partito può regalare le primarie, ma davanti ai monelli, ai bimbi che vogliono sapere, vogliono informarsi e casomai (orrore) votare un candidato di sinistra/progressista, non è pensabile indire primarie. E poi non le fa nemmeno Berlusconi. Un motivo ci sarà!

L’unico percorso democratico sarebbe utilizzare le primarie come strumento per capire cosa pensa il popolo, ma dubito fortemente che l’elettorato di sinistra avrebbe la stessa velocità nel mettere nel cassetto, forse nella spazzatura, valori, principi, idee come stanno facendo i massimi vertici del partito.

E dire che lo strumento delle primarie, oltre ad essere un elemento fondativo del Pd, rappresentano un elemento distintivo ed innovativo rispetto alle altre formazioni politiche. Non a caso Bersani nel 2009 sosteneva ” il Pd coinvolge gli elettori, attraverso le primarie, per selezionare le candidature alle cariche elettive con particolare riferimento alle elezioni in cui non sia presente il voto di preferenza”. Più che Bersani si tratta di materia statutaria. Di certo la mozione Bersani nel 2009 sosteneva anche ” se il lavoro perde dignità, anche la democrazia si indebolisce” oppure “il principio di laicità è la nostra bussola, la via maestra di una convivenza plurale”. Belle parole che chiunque sottoscriverebbe, ma poi, quando le devi dire a Marchionne o a sua Santità, quando, invece di pettinare le bambole, devi fare veramente politica allora ci si fa di nebbia. Anche noi a difendere i potenti!

Per fortuna dentro al Partito esistono persone che sono veramente democratici nel pensiero e nei fatti. Persone come Civati, Gozi, Marino e tanti altri sono pronti alla battaglia politica per affermare quello che i bersaniani affermavano fino al 2010 (hanno vinto presentando anche queste idee).

La direzione nazionale si sta avvicinando e noi convinti democratici abbiamo la certezza che, attraverso le persone citate  e tante altre, saremo presenti. Con queste persone, a Roma, cosa ancora più importante sarà presente lo spirito della democrazia e della coerenza politica.

Mario Zaccherini

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