Gozi, Civati e PensieriDemocratici dialogano. Possibile? Possibile!
admin | Oct 26, 2010 | Comments 0
Una delle sconfitte culturali più gravi che ha subito l’area riformista è stata quella di sottomettersi, lentamente, ma inesorabilmente al dettato berlusconiano “i partiti sono tutti uguali, solo io sono diverso”. Giorno dopo giorno, nell’immaginario collettivo, questo principio si è trasformato in certezza e la certezza in qualunquismo. E’ mancata la forza, e gli esempi, per sostenere con forza l’esatto contrario. Quello che per il vecchio Pci fu un cavallo di battaglia vincente, come metodo, all’improvviso non era più praticabile: certo Veltroni non è Berlinguer, D’Alema non è Ingrao, Bersani non è Pintor ed io non sono la Rita Levi Montalcini (che lezione ha dato all’Italia quando faceva la fila per votare la fiducia a Prodi, non lo dimenticheremo mai!), eppure deve esistere un modo per riconquistare la fiducia degli italiani.
Quando penso al Pd continuo ad avere in testa lo spot di Cassano su Sky: mi immagino un operaio Fiat che con voce sicura, mentre mangia un panino, sostiene “esistono due Pd” e Bersani, anzi D’Alema, probabilmente uscito da un convegno di Confindustria assieme a Bonanni, pronto a ribattere “siamo proprio uguali” . La risposta dell’operaio, a copione, se non ricordo male dovrebbe essere “uguali, uguali no!”
Questo è il vero problema del Pd, ne esistono (almeno) due: uno algido, purpureo, spesso lontano dai bisogni delle persone, che discute del sesso degli angeli, partito che riesce a portare in Parlamento la Binetti, Lusetti, Calearo oppure che candida Lojero in Calabria, la Jervolino a Napoli e la lista potrebbe dilungarsi quasi all’infinito.
Ma io conosco anche un altro Pd, conosco un partito che davanti alle domande anche imbarazzanti si assume la responsabilità di dare risposte. Conosco un partito emergente, giovane, moderno, dinamico che tutti i giorni, da tempo, ascolta noi comuni mortali e che il porta a porta l’ha iniziato da tempo. E’ un elemento di novità importante. Credo che da questi politici possa veramente nascere una cultura nuova dentro al partito ed anche fuori. Questo partito mi piace, mi piace assai.
Domenica 24 ottobre il Pd che amo lo abbiamo potuto quasi toccare con mano dopo la pubblicazione dell’articoli “Not in my name”, perchè non ci siamo limitati alla semplice pubblicazione, ma, utilizzando Facebook, abbiamo girato la “questione 21 settembre” anche al mondo politico e, sorpresona abbiamo ricevuto risposta quasi in tempo reale da due “professionisti” della politica. Emozionati? Un pò si! Anche l’operaio Fiat dello spot citato ha smesso di masticare il suo panino per seguire l’evento.
Alessandro Gozi, velocissimo nella risposta, ci ha fatto presente le dinamiche delle votazioni affermando tra le righe che, dato il gran numero delle stesse, si tende a guardare alle indicazioni dei segretari d’aula per disciplina dei gruppi. Comunque la questione non era stata discussa nella riunione di gruppo. (Caro Alessandro, questa parte della risposta non mi ha convinto più di tanto, però ti dò atto che permette di comprendere meglio le dinamiche parlamentari). Molto più convincente e stimolante la seconda parte dell’intervento dove emergono due figure parlamentari. La prima distinzione è tra il parlamentare che lascia l’attività professionale per dedicarsi solo alla vita politica e quello che invece percepisce varie indennità pur continuando ad esercitare. Ovviamente il secondo è un peso per il paese e non certamente una risorsa. Per dire le cose come vanno dette in Italia c’è un partito che con la scusa di Roma ladrona ha occupato, e sta occupando, con la sua classe politica incarichi, doppi incarichi e, si dice, anche tripli incarichi. Un altro elemento di stimolo, sempre offerto da Gozi, è la trasparenza del politico: il politico che utilizza correttamente tutte le indennità non può essere confuso con quello che “furbeggia” e non fa arrivare ai destinatari perchè, aggiungo io, forse nemmeno esistono le figure professionali, tali rimborsi. Tutte cose vere che devono aprire una discussione all’interno del partito sui costi della politica. Bisogna mettere sul tavolo tutti gli elementi e ragionarci sopra. Sicuramente il fatto che Gozi abbia avuto l’umiltà di risponderci è un elemento di buona politica perchè, al di là della condivisione o meno dei contenuti, è emersa la sensibilità all’ascolto cosa ancor più importante. Di questo siamo grati ad Alessandro, che comunque continueremo a seguire con molta simpatia e fiducia. Che il tema non sia un tabù, ma un elemento fortemente sentito dai comuni mortali, lo dimostra anche il parere di chi, come Civati tirato per la giacca, anche lui, con facebook, è abituato all’ascolto “Penso che si debba aprire una bella discussione a questo proposito. E a Firenze lo faremo…”.
Esatto caro Pippo, è tempo che si apra una bella discussione dentro al Pd. Firenze potrebbe diventare il 25 Aprile per il nostro partito.
Già oggi avere due politici, come Gozi e Civati, che prestano un pò di attenzione a chi denuncia situazioni incomprensibili per il nostro operaio della Fiat, non sarà un 25 Aprile, ma credo almeno un 23.
Mario Zaccherini
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